Analisi del periodo

A mio parere la grande utilità dell'analisi del periodo consiste nel rafforzamento delle capacità logiche in generale e nel  rendere lo studente consapevole dello scheletro di un periodo, con riflessi positivi sulla sua scrittura. Nelle scuole tecniche costituisce (insieme alla parafrasi) il sostitutivo del latino. Obiettivo finale è riuscire a produrre uno schema ad albero rovesciato in cui siano evidenziati i diversi rapporti di coordinazione e subordinazione.
Non do quindi importanza al riconoscimento dei diversi tipi di subordinate (che peraltro sarebbero da ridiscutere anche a livello di linguistica) e non insisto troppo sulle spiegazioni teoriche, utilizzando i concetti di "causale, temporale, relativa" ecc. affidandomi ad una comprensione empirica e approssimativa. Necessario invece per poter arrivare allo schema ad albero è un lavoro propedeutico sui concetti di coordinate e subordinate, implicite/esplicite, oggettive/soggettive. Fatto ciò passo allo schema ad albero, su cui mi soffermo anche 20 ore, fra esercitazioni, verifiche e recuperi.

Il lavoro dell'insegnante può essere molto semplificato se si chiede agli studenti di riprodurre, a fianco della frase completa analizzata, l'icona dello schema (piccolina e senza parole) che può essere verificata con un'occhiata. Questo tipo di esercizio si presta molto bene all'autocorrezione, dividendo i ragazzi in gruppi e fornendo a ciascun gruppo una fotocopia delle soluzioni con cui potranno rendersi conto da soli degli errori, magari guidati da un capogruppo più abile.

E veniamo alla scelta delle frasi da utilizzare. Col tempo ho notato che ciascun autore e ciascuna tipologia di testo hanno livelli e tipi di difficoltà loro proprie. Mi sembra quindi leale mantenere una certa omogeneità fra esercitazioni e verifiche. Utilizzare campioni grammaticali tratti dallo stesso contesto serve anche a tenere ancorato il lavoro  ad un significato concreto, rendendolo meno meccanico ed astratto. Le frasi qui rappresentate sono tratte in larga misura dalla raccolta di racconti di Giulio Mozzi La felicità terrena che mi sembra abbastanza intrigante per destare qualche interesse anche extra-grammaticale (si noti il racconto di Maria Annunziata di cui praticamente viene riprodotta per intero la prima metà). Un altro autore utilizzabile con profitto e divertimento è il giallista Loriano Macchiavelli. Più facile è Alberto Savinio, che a scuola si legge poco ma ha un fraseggiare limpido e illuminante, che merita qualche minuto di riflessione. Ottima anche la scelta di brani pertinenti al programma di storia parallelo. In un caso ho utilizzato brani tratti da Cent'anni di solitudine, ma solo perché stavamo leggendo il libro nell'ora di narrativa; sarebbe stato comunque impossibile con un autore tradotto dall'inglese, le cui strutture sono molto più lineari. E proprio alla familiarità con l'inglese attribuisco la linearità di Mario Soldati (di cui qui c'è un esempio annoverato fra gli esercizi facili) e di Italo Calvino, che nella narrativa fa largo uso di proposizioni indipendenti.