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" E' un particolare clima all'interno della scuola, un ethos della scuola, degli insegnanti e degli amministratori che alimenta un fattore protettivo fondamentale: l'acquisizione di competenze cognitive e sociali che costituiscono la base per l'inserimento nel mondo " (Garmezy, 1987)

 


 

"Il reciproco prendersi cura, "caring", il rispetto, relazioni partecipi, sono fattori fondamentali nel determinare se lo studente impara, se i genitori diventano e restano coinvolti nella scuola, se un programma o una strategia sono efficaci, se un cambiamento educativo è mantenuto e, in definitiva, se un giovane sente di avere un posto nella società " (Bernard, 1995)

 

 

" E' difficile mantenere alti livelli di funzionamento negli studenti quando agli insegnanti viene chiesto non solo di insegnare materie scolastiche, ma anche di correggere gli errori della società senza ricevere adeguate risorse " (Deiro, 1996)

 

 


 

Preparare al futuro: quali le attese nei confronti della scuola e nei confronti della famiglia?

 

Il futuro richiede tempo, richiede pazienza e di potere tollerare l'incertezza, il dubbio, la confusione, richiede di aspettare.

Aspettare che le cose compiano il proprio corso e che i ragazzi maturino secondo le tappe evolutive e secondo i propri tempi, senza avere fretta.

L'adolescenza, come fase dello sviluppo, comporta di assolvere a dei compiti evolutivi specifici, dei quali i principali sono:

· impadronirsi di un pensiero in grado di pensare se stesso e di proiettarsi nel futuro;

· separarsi affettivamente dai genitori;

· costruire una rappresentazione mentale di sé integrata e definita, base del senso di identità personale.

Preparare al futuro significa aiutare il ragazzo ad utilizzare le potenzialità che comunque possiede per andare avanti nel suo processo evolutivo, favorendo l'assunzione di una posizione attiva nei confronti di se stesso, delle difficoltà che incontra, ma anche rispetto ad un progetto per il proprio futuro.

 

E' perciò importante che l'adolescente riesca a dare un senso alla propria esistenza e ai propri conflitti e quindi a iniziare a rispondere a quelli che sono i grandi interrogativi dell'adolescente: Chi sono io? Chi sono stato? Chi sarò?

 

Winnicott: "Esiste solo una vera cura per l'adolescenza, la quale però non offre alcun aiuto al ragazzo o alla fanciulla che si trovano nel pieno del travaglio. Questa consiste nel tempo che passa e nel graduale processo di maturazione; i quali congiuntamente avranno come risultato finale l'emergere di una persona adulta. Questo processo non può essere affrettato né rallentato, ma può essere invece spezzato e distrutto ovvero può cristallizzarsi in una infermità psichiatrica … La cura dell'adolescenza è il passar del tempo, una cosa che per l'adolescente ha ben scarso significato. Egli è alla ricerca di una cura immediata, e allo stesso tempo respinge una "cura" dopo l'altra perché in essa avverte un qualcosa di falso.

… Per un ragazzo o una ragazza nel mezzo della pubertà, la confusione è normale, non è una malattia. Rispetto ai problemi effettivamente incontrati dagli adolescenti essi, malgrado gli inconvenienti della loro condizione, sono forse i più idonei a trovare la loro salute. Il tempo qui ha la sua importanza. Alcuni adolescenti soffrono enormemente e si rasenta la crudeltà a lasciarli in quello stato; essi devono sostenere l'interazione di parecchi fenomeni diversi: l'immaturità, i mutamenti della pubertà, la concezione della vita che si vanno costruendo, i loro ideali e le loro aspirazioni; aggiungiamoci le disillusioni che il mondo degli adulti procura loro, questo mondo che appare come un mondo di compromessi e falsi valori, nel quale si è incessantemente distolti dall'essenziale. Man mano che questa fase viene superata, gli adolescenti cominciano sentirsi reali, ad avere il sentimento di sé e quello di essere. Questa è la salute.

…Se l'adulto abdicano, l'adolescente diventa adulto prematuramente e attraverso un processo falso. Un consiglio alla società potrebbe essere: per il bene degli adolescenti e della loro immaturità non si permetta loro di salire e di raggiungere una falsa maturità dando loro una responsabilità inadeguata, anche se ambita.

… A condizione che l'adulto non abdichi, possiamo pensare agli sforzi degli adolescenti per trovare se stessi e per determinare il proprio destino come alla cosa più eccitante che noi possiamo vedere nella vita attorno a noi …. Ma il punto essenziale dell'adolescenza è la sua immaturità, ed il fatto di non essere responsabile. … è emozionante che l'adolescenza si faccia sentire a sia attiva, ma la ribellione adolescenziale che si fa sentire deve essere raccolta, deve esserle data realtà attraverso un atto di confronto. Il confronto deve essere personale, gli adulti devono esserci, se gli adolescenti devono avere vita e vigore."

 

L'adolescenza, più che una fase di passaggio, come genericamente viene definita, è un insieme di processi di metamorfosi e appunto per questo, l'adolescente non sa chi è.

Si tratta di un processo di "soggettivazione" in corso o, come efficacemente un ragazzo ha detto rispetto a se stesso:<sono in fase elaborazione dati>.

Anche gli adulti non sanno bene con chi sono in contatto quando vogliono conoscerlo perché appunto sono di fronte ad un individuo mentre "si sta facendo".

Il lavoro fondamentale dell'adolescenza è appunto quello di appropriarsi di un pensiero personale e di costruire una propria identità.

In definitiva l'adolescente deve appropriarsi del suo mondo interno e di un suo proprio spazio interno entro cui muoversi e nel quale mettere le proprie cose, ma deve appropriarsi anche della realtà esterna riconoscendola con le sue risorse e i suoi limiti, per poterla poi utilizzare secondo i propri bisogni.

 

Questo processo non può essere accelerato, né interrotto.

Il "trascorrere del tempo" perciò è un fattore essenziale perché il processo di maturazione si compia e perché l'adolescente possa, alla fine appropriarsi del suo essere una persona reale, vera.

La scuola e la famiglia giocano un ruolo centrale proprio nel gettare un ponte fra un individuo in divenire e il suo futuro in quanto possono fornire elementi fondamentali per la crescita sviluppando una capacità riflessiva che produce cambiamento creando le condizioni affinché si instaurino relazioni basate sulla fiducia.

 

A volte gli adulti, come genitori o come educatori, cercano di essere qualcosa di diverso da quello che sono per raggiungere un modello ideale di perfezione, ma come dice Winnicott:

" Ai bambini un'atmosfera di perfezione non giova. Essi hanno invece bisogno di avere intorno esseri umani, pur con le loro inevitabili inadeguatezze…. Per essere coerenti, oltre che prevedibili, noi (genitori) dobbiamo essere noi stessi. Se ci comportiamo così, i nostri figli riusciranno a conoscerci. Se invece recitiamo una parte verremo sicuramente scoperti non appena ci sorprenderanno senza trucco".

 

Il successo nel rapporto fra i genitori e i figli consiste nell'essere capaci di amare il proprio figlio adolescente proprio in quanto sta crescendo e sta cercando il suo modo personale di esprimersi e di essere se stesso.

Il figlio deve essere riconosciuto come individuo nei suoi bisogni primari, cioè di essere stimato e amato per se stesso e non in quanto confrontato a modelli preconfezionati; deve essere amato nella sua libertà di diventare una persona col diritto ad un proprio spazio privato.

I figli hanno bisogno che i genitori continuino ad essere se stessi ed a svolgere la loro funzione di genitori pur cambiando il rapporto coi figli in sintonia coi loro cambiamenti, riconoscendo e accettando che sono individui "altri", diversi dai genitori e spesso anche da come avrebbero voluto che fossero.

I genitori, a loro volta, hanno i propri grandi interrogativi che sono: Chi sarà mio figlio? Che adulto diventerà? Ma anche: quando sarà grande chi sarò io? Chi sarò io per lui?

Ciò rimanda ad un'altra domanda: Sarò stato un buon genitore per lui?

 

Senise alla domanda: "Che cosa deve sentire l'adolescente negli adulti, forse la sincerità?" , ha risposto: <Sì, ma credo soprattutto il rispetto per lui, perché molto spesso l'adulto tratta l'adolescente come uno che non è in grado di capire, ma questo è naturale: essendo adolescente non può essere in grado di capire quello che può capire un adulto, però deve esserci un adulto che parla con lui non solo con il rispetto per lui com'è, ma con rispetto per lui come individuo che diventerà persona e che quindi ha una strada da fare prima di riuscire a capire come si vive>

Il rapporto genitore-figlio -ma anche insegnante-studente- dovrebbe essere tale da permettere al ragazzo di svilupparsi secondo quelle che sono le sue tendenze, cioè dovrebbe favorire la libertà di scelta.

A volte i ragazzi mettono in atto comportamenti o fanno scelte contrapposte perché solo in questo modo riescono a non accettare di essere come i genitori chiedono che siano, nel tentativo di trovare una sua propria identità. Se i genitori giudicano negativamente, disprezzano, assumono un atteggiamento pieno di rabbia e di aggressività il figlio si terrà lontano da loro.

Se viene sempre attaccato nei suoi tentativi o nei suoi ideali come farà a costruire la sua identità?

La scuola è una realtà esterna che ha grandissima importanza per l'adolescente, non solo in quanto area di passaggio tra la famiglia e il mondo sociale più vasto, ma anche come banco di prova, luogo in cui sperimentarsi e verificare se stesso con le proprie potenzialità e i propri limiti.

Gli insegnanti sono figure adulte di riferimento, modelli con cui identificarsi.

Il riconoscimento da parte degli adulti è molto importante perché è proprio con essi che il ragazzo deve confrontarsi per fare un progetto per il suo futuro. Gli adulti rimandano un'immagine al ragazzo nella quale cerca di rispecchiarsi e di riconoscersi, se tale immagine è sempre negativa o svalutata c'è il rischio che il ragazzo si riconosca in una immagine negativa di sé e la faccia propria, indossando una identità negativa. Pertanto gli insegnanti non possono essere solo adulti deputati all'insegnamento, ma figure anche affettive, veicoli di trasmissione di valori, che, se capaci di porsi in relazione coi ragazzi possono contribuire in modo considerevole allo sviluppo di un senso di fiducia in se stessi e nel mondo e alla crescita personale e del senso di sé.

 

ARGOMENTI TRATTATI DURANTE L'INCONTRO DEL 4 DICEMBRE 2002
( a cura della Dott.ssa Rita Semprini - relatrice)